
Palazzo Chiablese
Che cosa sono le dimore storiche?
Ciò che contraddistingue questi beni è la precisa identità, unica in Europa che identifica il singolo sito per la sua storia, il suo valore culturale e per il legame, stretto se non indissolubile, con il territorio di riferimento.
Diffuse su tutto il territorio italiano, specialmente nelle zone di campagna o in provincia, sono però presenti anche in città dove ritroviamo palazzi unici e dal valore inestimabile.
Sono più di 60 le dimore storiche presenti in Piemonte e Valle d’Aosta, di cui 25 in provincia di Torino.

Reggia di Venaria Reale
Il nostro lavoro di tappezzieri in stoffa al servizio del passato
Il nostro lavoro inizia tanti anni fa e prosegue fino ad oggi, sempre attento alle nuove tendenze e ai materiali più all’avanguardia, non ha però mai smesso di strizzare l’occhio al passato e occuparsi di ricostruzioni di antichi palazzi.
Ricerca dei tessuti, cura e attenzione nella riproduzione degli stessi dove necessario, tendaggi, imbottititi per riportare l’antica bellezza al suo splendore originale.
LATTORE AMBIENTAZIONI NELLE DIMORE STORICHE
Il nostro lavoro contempla il rifacimento delle tappezzerie, degli imbottiti, delle testiere dei letti fino al rifacimento del percorso di visita.
Tra gli ultimi, ma non certo per importanza, è stato il rifacimento dell’Alcova di Palazzo Chiablese a Torino in collaborazione con il Centro Restauro Venaria Reale.

Castello di Aymavilles
Ma da dove iniziare?
Bisogna iniziare da un discorso di tipo strettamente storico e dalle vicissitudini che dal 1940 ad oggi che hanno pesantemente alterato, Palazzo Chiablese, oggi sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e reso visitabile da poche settimane.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale il palazzo, assegnato ai Savoia-Genova nel 1849, fu svuotato dagli arredi più preziosi che, nella maggior parte dei casi, non tornarono nella loro sede: colpite dai bombardamenti anglo-americani, alcune sale furono distrutte e perdettero così completamente anche i loro apparati decorativi.
Alla fine degli anni ’50, il palazzo fu restaurato per essere adibito a sede della Soprintendenza: alcune delle sale auliche sopravvissute furono restaurate mantenendo il loro aspetto storico di residenza dinastica; altre invece, maggiormente coinvolte dai danni bellici, furono invece ricostruite prive di decorazioni per poterle meglio usare come uffici.
A partire dal 2016, su impulso del Soprintendente Papotti, si è avviata un’attenta campagna di restauro degli ambienti del piano nobile ed eseguita, con finanziamenti ministeriali e con il contributo di altri importanti sponsor, dal Centro di Conservazione e Restauro “la Venaria Reale”: le sale sono state così progressivamente liberate dalle postazioni di lavoro per avviare la creazione di un vero e proprio percorso di visita fruibile dal pubblico.
Una tappa fondamentale di questa iniziativa è stato il ritrovamento e la restituzione allo Stato del più prestigioso tra gli arredi dispersi, il superbo doppio corpo eseguito da Pietro Piffetti nel 1767-1768 per un altro ambiente nel palazzo e collocato nella Sala dell’Alcova nel 1883, in occasione del matrimonio fra Tommaso di Savoia-Genova e Isabella di Baviera. L’ambiente, concepito da Benedetto Alfieri alla metà del Settecento e trasformato in camera da letto per le nozze di Ferdinando di Savoia-Genova con Elisabetta di Sassonia (1850), aveva mantenuto, nonostante i danni di guerra, parte della sua decorazione originale. Di qui l’esigenza di ridare il sontuoso aspetto originale alla Sala dove sarebbe stato ricollocato il prezioso mobile di Piffetti: completato a cura del Centro di Venaria il restauro degli stucchi della volta e delle parti lignee (porte, cornici, lambris e i cantonali incrostati di specchio), si è progettata la ricostruzione degli apparati tessili, andati perduti dopo i bombardamenti, ma testimoniati dalle fotografie d’inizio Novecento.


Palazzo Chiablese
Si è partiti dalla ricostruzione del motivo decorativo che aveva l’emblema araldico dei Savoia con il nodo d’amore con abilità e pazienza.
Ogni piccolo dettaglio, anche quello che all’apparenza sembra insignificante, è utile in queste opere di ricostruzione.
Il colore originale, ad esempio, che non si poteva ricostruire con le immagini storiche in bianco e nero, è stato ricavato grazie al ritrovamento di un frammento della seta originale intorno ad un chiodo che ha permesso di risalire alle esatte tonalità.


Palazzo Chiablese
Tessuto e passamaneria adeguata, ristudiati nel dettaglio, hanno dato vita a questa nuova tenda, colmando la lacuna lasciata dall’elemento distrutto ed oggi quasi non si avverte più lo stacco tra la zona conservata e quella invece ricostruita dopo i bombardamenti.
LATTORE, NEL PASSATO E NEL PRESENTE
È fondamentale in questi casi potersi affidare a fornitori eccellenti dai quali recuperare i giusti tessuti, con le corrette sfumature di colori che rappresentino i tempi e le mode passate, che siano di ottima fattura e rispecchino il modo di vivere dei secoli precedenti.
Tessuti, fatture di pregio ma anche una progettazione all’altezza della situazione e della complessità che le dimore storiche richiedono, un patrimonio inestimabile che abbiamo l’onore e il dovere di conservare al meglio.
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